lunedì 26 ottobre 2009

Il fantastico del mondo del Piddì

Di quali virtù siano stati dotati i candidati del PD per affrontare le primarie non si sa: il dalemiano, il cattobuonista, il laico? Inutile cercare di appiccicare aggettivi per far assomigliare il PD ad una boyband. Mancherebbero le ragazzine urlanti. Dopo l’esperienza mistica delle Primarie del Partito Democratico, Bersani ha conquistato lo scettro. Gli elettori lo hanno premiato democraticamente, parola che va detta, che fa molto "politicamente corretto".

Forse Bersani ha vinto perché ha avuto l’impressione che l’opposizione stesse perdendo i pezzi e ha interpretato al meglio i sentimenti dei votanti, che si sono infilati i jeans e sono scesi nei gazebo e nelle scuole, forse ben volentieri. La magia del cambiamento alimenta sempre tutti i popoli, che nell’ignoranza della massa hanno sempre creduto che i cambiamenti siano sinonimo di miglioramenti. Ma perché il PD non potrà raggiungere, volente o nolente, nessun cambiamento? In questi anni le Sinistre europee hanno compiuto un percorso de-ideologizzante, ma non hanno mai rinunciato a fare le opposizioni. Idem le destre europee, che non hanno mai flirtato con conflitti d’interessi, falsi in bilancio, attacco alle Istituzioni, mafiosità vantate. Quanto meno perché la destra è stata sempre “legge e ordine” e “libero mercato”, in tutte le sue sfumate declinazioni. Berlusconi, d’altronde, nel 1994, come ha notato Corrado Guzzanti, si è messo a Destra perché a Sinistra c’era troppa gente, e quando uno vede a sinistra la tripla fila e a destra il parcheggio libero sa dove mettersi per non avere rogne e non prendere la multa.

Questi percorsi dei partiti e delle coalizioni sono stati lo specchio delle volontà dalla società civile, che ha visto fallire prima i totalitarismi e poi le vecchie classi politiche. Chi non si rinnova muore, ma non basta un segretario per rinnovare un partito che nasce dalla fusione di post-comunisti che fanno a gara a chi più si rinnega, e cattolici che fanno della demagogia spicciola dei buoni sentimenti il loro programma politico. O il PD decide di diventare una socialdemocrazia, un partito laburista, nello Statuto, nelle intenzioni, nei comportamenti, o è spacciato. Purtroppo un programma politico e la mentalità per essere un partito di governo che si inserisce in uno Stato non si trapianta da un giorno all’altro. Non può bastare mandare ad esempio Bersani in un campo di concentramento socialdemocratico ad essere rieducato. Servono gli elettori e la mentalità. L’Italia, da sempre anarchia partitocratica, non è pronta a questo slancio. E il berlusconismo si è inserito nei vuoti che nessuno ha saputo riempire. E ce lo godremo ancora a lungo.

Dal lontano passato i nomi sono cambiati, le passioni non sono più le stesse. Ma resta la tragedia, mentre aumenta il lato comico. Peccato per alcuni nostri nonni, cresciuti con le diatribe acerrime ma rispettose di Don Camillo e Peppone e che ora non possono osservare l’ultima battaglia apocalittica: tra Don Abbondio e Don Lurio.

3 commenti:

  1. Concordo come spesso in quasi tutto. Vedo tuttavia impercorribile la via della socialdemocrazia, e sempre per il solito motivo, perche essa è un prodotto dello Stato. Lo Stato in italia non c'è; nello specifico gli ex comunisti del pd conoscono non lo Stato bensì il Partito; gli ex democristiani uno Stato lo conoscono ma è quello Vaticano. E per quest'ultimo ti rimando alle mie considerazioni su "Ragion di Stato e ragion di Chiesa".

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  2. Esattamente. Esattamente. Manca lo Stato. Sempre lui. Purtroppo

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  3. Compagni di blog, "finalmente dopo molto tempo, vi giunge di nuovo la mia voce...". Mi sono creduto per un attimo il Duce dopo la "liberazione" dal Gran Sasso. Sarà perchè, dopo aver appreso della vittoria di Bersani, benchè scontata, ho avuto un sussulto. Immagino simile a quello del Duce che, si sussurra, abbia confidato a un carabiniere di guardia a campo imperatore, alla vista di Skorzenij, "questa non ci voleva". Libero sì, ma di concludere da miserabile la sua vita già irreparabilmente macchiata di viltà e codardia.
    Il PD farà la sua fine, perchè di tutto aveva bisogno, tranne che di essere bersanizzato, ovvero dalemizzato.
    Il PD, e prima ancora il PDS e poi i Ds, sono stati sempre appecoronati al fallo duro di D'Alema, pronto a sodomizzarli alla prima occasione, e poi alla seconda infine alla terza: 1998 guerra in Kosovo e caduta di Prodi, 2007 scalata Unipol con D'Alema a fare il capo ultrà della consorteria criminale. 2009, ci siamo. Questa non ci voleva. Ci sarà una Piazzale Loreto? No, perchè, come hai ben scritto tu, i sinistroidi stanno giocando da anni a scaricare il barile del comunismo sugli altri compagni come allora, magicamente, nel 1945 nessuno più era fascista. Stavolta, però, il nemico non cadrà per mano di un fucile e nessuno potrà in alcuna misura rivendicare la cattura del tiranno. Il tiranno morirà sul letto di morte, o al più in galera se giustizia esiste. Ma il PD, in quel momento, sarà a bordo di qualche yacht a bere un modesto Veuve Cliquot e a chiedersi come mai, nonostante tutto, il '68 è ancora attuale.

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