venerdì 23 ottobre 2009

Il Sicario sfigato

Ci sono uomini chiamati sicari, perché di mestiere uccidono su commissione il nemico di chi li paga. Non sono simpatici né antipatici, lavorano e basta. Riservati, freddi, praticamente anonimi. Questi sono la regola, poi esistono encomiabili eccezioni, perché alcuni di loro ostentano un’insospettabile umanità. Alcuni sono timidi e quasi trema loro la mano sul più bello, alcuni sono anche emotivamente instabili – come Savage della “Pallottola spuntata 2 e mezzo”, quello che si mette a fare il controcanto alla donna di Leslie Nielsen che si sta docciando mentre carica il silenziatore alla pistola. Si dimenticano di procedere perché navigano di fantasia, spulciando fra i ricordi dell’infanzia. Quando la polizia li bracca, in cambio della libertà degli ostaggi pretendono viaggi in Giamaica non in villaggi turistici, ma in località davvero giamaicane, sì da assaporare la loro tradizione e la loro cultura.

Il vice-presidente della Camera Maurizio Lupi appartiene a quest’ultima categoria di sicari. Ogni due tre settimane, il Partito delle Libertà lo incarica di far fuori in diretta Marco Travaglio durante Annozero e lui, animo nobile, ciellino, cattolico e profondamente umano, non ci riesce mai. Si fa prendere la mano dall’emozione. Lo studia, ne carpisce le parole per trovarne una su cui caricare il silenziatore, poi fa fuoco e, come un boomerang, la pallottola gli torna indietro. Un misto di Savage e Fantozzi.

Una sera (26 marzo 2009), passata alla storia per coloro che non dico amano, ma stimano Marco Travaglio, dopo il sermone di quest’ultimo durante il quale si era fatto il nome di una società edilizia condannata insieme al suo amministratore – costruttori di Villa Certosa, una a caso - per abusivismo, Ugo Savage Lupi ha difeso il mandante cercando di assassinare Travaglio, prima dandogli del bugiardo e asserendo una sua incapacità a legggere le sentenze penali. Poi andando nello specifico, affermando che, per il capo d’imputazione rubricato alla lettera b), gli imputati erano stati assolti nel merito. Dimenticandosi, ovviamente, qualcosa come altri dieci o undici capi di imputazione per i quali l’assoluzione era dovuta a concessione in sanatoria o a intervenuto condono edilizio, recante la firma dell’abusante abusivo che nel contempo era capo del governo. Ovviamente Travaglio ha replicato, gettando il povero Ugo Lupi von Savage nella disperazione, ben percepibile nella controreplica secondo la quale “è stato assolto per il reato ambientale, che è il più grave”. Dieci reati ulteriori, tutti abusi edilizi, non contano nulla.

Dopo varie esperienze del genere, connotate tutte da pallottole sparate a bruciapelo che colpivano un ostacolo e rimbalzavano come palle matte, sembrava doveroso, per il PdL, prepensionare questo buon uomo fatto sicario a causa di un evidente error in personam. Invece no. Altro che prepensionamento, Lupi è più carico che mai, e con la sua pallottola del tutto spuntata si è sacrificato per l’ennesima volta ieri sera.

Nonostante la verve, non abbiamo potuto fare a meno di notare un profondo e preoccupante decadimento nervoso, testimoniato da un costante dondolio del capo, come a dire “No”, durante gli interventi di esponenti dell’altro campo e, naturalmente, del sopravvissuto Travaglio. A un certo punto, pensate, doveva parlare Massimo Giannini di “Repubblica”, ma addirittura prima che aprisse bocca, le telecamere impietose hanno zoomato su Lupi che stava già scuotendo il capo. Tic preventivo, immaginiamo.

Al di là del nostro rammarico per le sue precarie condizioni di salute, dobbiamo raccontarvi dell’ennesimo tentato omicidio andato a vuoto. Travaglio parla come di consueto, stavolta sulle nefandezze del nuovo scudo fiscale che, oltre a garantire l’anonimato agli evasori e costringerli a pagare una tassa appena del 5% a fronte di un 49% che diventa 51% con la penale in Gran Bretagna e qualcosa di simile negli USA, permette di fatto ai mafiosi, ai narcotrafficanti e ad altre belle persone di fottere lo stato, dal momento che – reati finanziari a parte – la banca potrebbe in ipotesi chiedere loro la provenienza del danaro da riciclare, ma dal momento che pecunia non olet, non lo farà nessuno.

Lupo Fantozzi, temerario, prova a sfidare Travaglio in campo aperto, affermando che il giornalista ha detto una bugia da “irresponsabile”, quando in realtà non ha fatto altro che anticipare Lupi, la cui replica non era affatto dissimile da ciò che aveva detto Travaglio. Secondo Lupi, infatti, le banche, per reati diversi dall’evasione, possono accertare la provenienza del denaro prima di ripulirlo. La pallottola, una nove millimetri, parte radente tanto da far pensare che stavolta il colpo andrà a segno. Chi conosce Travaglio dallo schermo, sa che difficilmente sbaglia, ma se stavolta…?

No, nemmeno stavolta. Bersaglio mancato e di alcuni metri, addirittura. Perché Lupi non solo non ha fatto centro, ma ha mirato proprio da un’altra parte, senza essersene accorto. Lupi ha detto esattamente ciò che ha detto Travaglio. Solo che, a differenza di Lupi, Travaglio ha ricordato quale sarà la più che probabile conseguenza, ovvero che chi deve prendersi una valigetta con i soldi non starà a fare il petulante per sapere di che reato si sono macchiate quelle banconote. Le prende, e basta. Non solo, Travaglio agisce in riconvenzionale contro Lupi, ovvero: attaccato per essere un irresponsabile, controattacca e dimostra che l’irresponsabile è lo pseudo-killer (suggerimento per nuovo singolo dei Talking Heads): “Gliene dico un’altra: le Procure anti-mafia, grazie a questo governo, non hanno più la password per accedere all’anagrafe dei conti correnti per verificare i movimenti di capitali. Voi avete tolto l’anti-virus dal sistema e avete infilato il virus dello scudo fiscale. Questa è una legge che favorisce le mafie, e io continuo a ripeterlo perché è vero”.

Lupi, disperato, si accorge che il caricatore è vuoto, allora si arma di un bastone: “Io non devo difendere nessuno, lei deve difendere il suo posto e i soldi che prende grazie a questa caricatura che si è fatto…Ogni tanto potrebbe essere diverso, credere che di fronte a lei ci sia qualcuno che crede in ideali…”. Travaglio: “Quando c’è lei, no”. Ecco che, come sempre, la mano gli trema e l’arma se la dà in testa.

Ma perché si emoziona sempre, quest’uomo. Perché?

1 commento:

  1. Lancinante. Dovresti mandarla al povero Lupetto nella posta elettronica. Così gli ricordi che questa volta Cappuccetto Nero ha mangiato il Lupi.

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