mercoledì 14 ottobre 2009

Lai-con al potere

A parte il parossismo che ha preso sembianze umane nella figura del premier italiano, che quando incontra guai tenta di risolverli non con gli avvocati, ma direttamente con le leggi, esiste un altro caso, ben più preoccupante, che riguarda una donna.

Questa donna, lo sanno tutti, è un'integralista cattolica, al punto che va oltre il precetto: questo impone il divieto di sesso se non a scopo - con la prima "o" aperta" - procreativo? Lei ha deciso di estremizzarlo e rimanere casta. Scelta assolutamente tollerabile, anche se, agli occhi di un edonista qualunque, incomprensibile. 

Strana donna, però. La sua scelta, è ovvio, non può che essere rispettata. Non crea danni a nessuno, non provoca dolore, non uccide vite umane. Anzi, evita che ne nascano peggiori di lei. Ma come mai, ci chiediamo noi laici, questa donna lavora sistematicamente contro chi ha deciso diversamente per sè? La sua pervicacia contro qualunque idea estranea al suo cilicio è imbarazzante. Non parla d'altro, se non di peccato, di condanna, di religione, di dogma, di morale, di punizioni divine. E'  una donna indubbiamente monotona, ma quel che è grave è che trasforma il suo tedio e quello che provoca a chi l'ascolta in infamanti votazioni parlamentari. 

Ha votato contro la legge sulla procreazione assistita, e passi. Ha votato contro i DICO, e passi anche se le sue argomentazioni - chi non si sposa è di serie B (quindi anche lei, supponiamo), le coppie di fatto non meritano diritti civili - che farebbero ribrezzo a un Ahmadinejad qualsiasi, ma a Papi Ratzinger, Dio in terra, no. Ha blaterato contro una decisione del TAR secondo cui non può ammettersi rilevanza al voto in religione cattolica in una scuola pubblica, dal momento che un musulmano, un ebreo o un ateo ha diritto a non partecipare all'ora di religione. Ha parlato di quella sentenza adoperando toni così schifosamente violenti che, se li avesse usati il Berlusca, Repubblica e Il Fatto avrebbero giustamente urlato per una settimana intera.

Ciò che rimaneva insospettabile tanto che, fino a ieri, riuscivamo a distinguere Paola Binetti da Silvio Berlusconi, oltre alle diverse tendenze morali, anche dal differente approccio alla res publica, era l'idea che la Binetti potesse adoperare il parlamento a fini personali. Ha votato, infatti, contro un disegno di legge che prevedeva, fra le altre cose, l'aggravante della discriminazione sessuale per i reati di violenza privata e aggressione. Tradotto in soldoni, anzi in Fioroni: se ricopri di cazzotti un tizio o una tizia perchè frocio o lesbica, invece di tre anni ti potresti beccare tre anni e qualche mese. 

Fin qui, tutto bene, nel senso che considerando la nostra un peccato l'omosessualità e equiparando il peccato al reato, non poteva decidere di affibbiare un'aggravante penale a un reato che, nella sua ottica, potrebbe pure avere un'attenuante. E le attenuanti, generalmente, prevalgono.

Il guaio sono, ancora una volta, le motivazioni: "Se fosse passato questo disegno di legge, io e altri che la pensano come me avremmo potuto correre rischi per le nostre idee sull'omosessualità". Traduciamo di nuovo in Fioroni: siccome io insulto costantemente i gay, se fosse prevista un'aggravante al reato di aggressione io potrei essere considerata un'istigatrice e passare i guai con la giustizia. 

Non si possono esprimere giudizi su quanto riportato sopra. Si rimane a bocca aperta e basta. Si maledice il 1929 come simbolo della fine della laicità di questo stato, così come il 1984 che ha revisionato in peggio quella fine - il bello è che i colpevoli sono due socialisti figaioli, l'impavido Duce del nostro stivale e il fu Bettino Corruttino - ma non serve a nulla. Se nel partito laico più rappresentativo esiste ancora tolleranza nei confronti di tali storture dell'umanità e si dibatte ancora sulla necessità o meno di cacciarla - un partito laico serio non l'avrebbe fatta entrare nemmeno dalla cappa, speranze non esistono. 

Nemmeno Berlusconi è arrivato a pararsi il culo prima di corrompere qualcuno. Ci ha sempre pensato dopo essere finito sotto processo. Ma almeno a lui piace trombare.


2 commenti:

  1. Articolo molto simpatico come al solito Vinz. Però, seriamente parlando, le motivazioni della bocciatura della Binetti sono demenziali, ma fa tenerezza come questi politici siano a caccia di voti facili come quello della comunità LGBT (adesso tocca chiamarla così?). Prima gli stupri, con quell'uscita demenziale che escludeva (è passata?) la custodia cautelare ai domiciliari per gli accusati di stupro, adesso la modifica dell'art.61. Oggettivamente è una grandissima frescaccia. Oltre a violare il principio di tassatività della legge (e vabbeh, si fa di continuo) la pregiudiziale costituzionale non è proprio così stupida: perché si dovrebbe inserire nelle aggravanti generiche la discriminazione "sessuale" ? La verità è che ci si muove sempre sull'onda delle emozioni, per fare spazio ai retori. Che non sono solo quelli della pseudodestra, ma anche della nostra cara e brava sinistra, che non è il Bene assoluto tradito dall'inopposizione a Berlusconi, ma fa schifo (a me) in quanto tale. Poi quando parlano Binetti e Farina...vabbeh... è tutta acqua nel mulino di chi la legge non la voleva affossare: neanche un demente potrebbe arrivare a dire così tante stupidaggini volontariamente. Comunque anche l'idea di creare una fattispecie ad hoc per l'omofobia mi lascia perplesso. Ma lasceranno perdere appena dagli accoltellamenti gay si passerà a...che ne so...la pedofilia? No, quella no, è solo la moda dell'anno scorso.

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  2. Diciamo che costituzionalmente parlando, la prospettiva di un'aggravante è giustificata dal fatto che i gay sono discriminati a livello di diritti civili. Se riuscissimo a riconoscere loro quei benedetti sacrosanti diritti che spetterebbero a tutti solo in quanto uomini, almeno formalmente le cose cambierebbero.
    Il problema è la maturità del nostro popolo che è pari a sotto zero, per cui i gay soffrono ostacoli sociali e civili nella loro vita di relazione, e spesso sono picchiati o uccisi in quanto tali. Difficile pensare a un pazzo che urla: "a morte gli eterosessuali". Però ripeto, se fossimo un paese maturo sarei d'accordo con te, perchè saremmo, e ci sentiremmo tutti uguali. Invece per molti di noi, loro sono cittadini di serie B. Il vero problema sta a Roma, in zona Prati, alla fine di via della Conciliazione...

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